22 gennaio 2013
Olindo Cervella: «Il bilancio per la prima volta chiude in attivo»
Delicato come un cristallo, il destino di Apro suscita apprensione. Le bufere economiche e giuridiche, la conflittualità interna, le dispute con il Comune di Barolo e i tagli al personale hanno reso la scuola di formazione professionale una sorta di “oggetto mediatico”.
Oggi, martedì 22 gennaio, il Consiglio di amministrazione esaminerà il bilancio consuntivo 2012 e il preventivo 2013. Ne parliamo con il presidente, Olindo Cervella. P Cervella, il Consiglio è in carica dal primo giugno 2011. Quale il bilancio? «Il bilancio consuntivo, chiuso al 31 agosto 2012, presenta un fatturato pari a circa 6 milioni e 400 mila euro, con un margine positivo di circa 73 mila euro. Un risultato strepitoso, considerando che l’esercizio risultava in perdita da parecchi anni». P Resta la “disputa” con i due soci – Comune di Barolo e Marchesi di Barolo –, che avevano contestato i numeri lo scorso anno, ricorrendo al Tribunale? «I due soci reclamavano il pagamento, da parte di Apro, di alcune mensilità dell’affitto del castello di Barolo, struttura in cui la scuola avrebbe insediato il corso di alta cucina.
La cifra richiesta ammontava a circa 52 mila euro. Dal canto suo, Apro reclamava il pagamento da parte di Barolo di 500 mila euro, dovuti in parte agli investimenti effettuati sull’immobile, in parte ad alcuni affitti pagati durante il periodo in cui il castello risultava inutilizzabile. Dopo il verdetto del Tribunale (che ha dato ragione ad Apro rispetto alle richieste di Barolo), entrambi i contendenti hanno deciso di sotterrare l’ascia di guerra».
Barolo uscirà da Apro oppure continuerà a esserne socio? «Il Comune di Barolo possiede circa il 2 per cento delle quote azionarie: non è stata presa alcuna decisione sul loro destino. L’importante è che le conflittualità abbiano trovato sbocco naturale, permettendo alla scuola di pensare al futuro e lavorare in serenità».
Il futuro della scuola è a questo punto solido o traballante? «Il bilancio preventivo chiude in pareggio, anche se il fatturato risulterà inferiore rispetto a quello dell’anno trascorso. Ciò è dovuto soprattutto al taglio dei finanziamenti (pari a circa 600 mila euro) deciso dalla Regione. Siamo stati costretti a ridimensionare alcuni corsi, come quello per i disoccupati o quello per gli operatori socio-sanitari».
Senza contare i ritardi nei pagamenti da parte del settore pubblico. «Apro deve incassare tre milioni di euro di arretrati da parte della Regione. Mi riferisco alle fatture di settembre e di ottobre 2012. Questi ritardi generano degli interessi passivi verso le banche, che Apro dovrà pagare di tasca propria. Secondo i calcoli, gli interessi passivi costeranno alla scuola circa 170 mila euro».
Gazzetta d'Alba